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Sterilizzazione dispositivi medici, i metodi di esecuzione

Sterilizzazione dispositivi medici, i metodi di esecuzione

La sterilizzazione dei dispositivi medici rappresenta uno dei momenti principali nel processo di prevenzione e controllo delle infezioni. Tra i metodi di sterilizzazione maggiormente in uso vi sono l’impiego di vapore saturo, ossido di etilene, perossido di idrogeno e acido peracetico.

Procedure e metodi di sterilizzazione dei dispositivi medici

Tra i metodi più utilizzati per la sterilizzazione in ambito sanitario, l’impiego di vapore saturo in autoclave

Tra i metodi/sistemi comunemente utilizzati per la sterilizzazione in ambito sanitario ricordiamo:

  • Con vapore saturo
  • Con ossido di etilene
  • Con perossido di idrogeno
  • Mediante soluzione di acido peracetico

 

Sterilizzazione con vapore saturo

È una tecnica che sfrutta l’azione del vapore fluente (pentola di Koch) o saturo (autoclave); elimina i microrganismi mediante denaturazione di loro proteine e altre biomolecole. La sterilizzazione mediante autoclave è quella più diffusa essendo poco costosa e non tossica e data la sua buona capacità di penetrazione.

La temperatura (T) di sterilizzazione normalmente impiegata è di 134°C alla P di 2,1 bar. Il tempo, come esposizione minima dei dispositivi, risulta essere dai 5 ai 7 min.

Oppure 121°C alla P di 1,1 bar. Il tempo, per questo ciclo (definito anche ciclo gomma), è dai 15 ai 20 min.

Sterilizzazione con mezzi chimici

L’unico mezzo chimico ancora in uso per sterilizzare è l’Ossido di etilene o etossido (EtO). È usato soprattutto in ambito ospedaliero data la sua pericolosità: è infatti un gas esplosivo e infiammabile.

L’ETO è incluso nella Legislazione dei gas tossici; la sua detenzione e il suo utilizzo sono regolamentati dal RD 147 del 1927 e dalle circolari del Ministero della Sanità del 1981 e del 1983.

L’etossido ha la caratteristica di impregnare a lungo gli oggetti trattati; per evitare danni all’organismo, dunque, prima di usare questi oggetti è necessario riporli in ambienti aerati o in armadi ventilati fino alla completa eliminazione dello sterilizzante.

Il meccanismo d’azione è dovuto all’alchilazione, (cioè alla sostituzione di un atomo di idrogeno con un gruppo alchilico) di gruppi sulfidrilici, aminici, carbossilici, fenolici ed idrossilici delle spore e delle cellule vegetative. Tale processo porta alla morte del microorganismo.

Le controindicazioni di questo metodo sono:

  • Limiti legati al costo
  • Alla sua tossicità
  • Tempi lunghi di sterilizzazione e di aerazione
  • Deve essere installata in un locale appropriato
  • Personale dotato di patente per la manipolazione di gas tossici
  • Deve essere riservata a tutti quei materiali sterilizzabili che rispondono ai requisiti di compatibilità (modificazione di tipo fisico/ livelli gas residuo). Non è eseguibile la ri-sterilizzazione dei materiali processati in precedenza con raggi gamma (formazione di etilenclorina).

Tali vincoli hanno indotto le Aziende Ospedaliere ad una gestione esterna della sterilizzazione ad ETO.

Un altro mezzo chimico usato è l’acido peracetico. La formaldeide è stata utilizzata in passato come sterilizzante chimico, ma il suo uso è stato fortemente limitato per legge avendo mostrato indizi di essere cancerogeno.

Sterilizzazione con Perossido di Idrogeno

Lo si può utilizzare sotto forma di gas plasma o vapore. Con questo metodo si possono trattare materiali plastici, metalli, fibre ottiche, componenti elettroniche e strumenti molto delicati (microchirurgia).

Non possono essere utilizzati materiali in grado di assorbire il perossido quali ad esempio la cellulosa (carta e teleria), i liquidi e le polveri.

Rappresenta una delle tecniche più avanzate per la sterilizzazione: consiste nell’applicazione di perossido di idrogeno allo stato gassoso in presenza di un forte campo elettrico. Questo porta il perossido allo stato di plasma strappandone gli elettroni e generando radicali liberi. I radicali hanno un’alta capacità germicida andando a danneggiare notevolmente le membrane cellulari.

Il vantaggio è dovuto al fatto che si può preservare la sterilità fino a 12 mesi. Il gas plasma è molto promettente in quanto: assolutamente non tossico (genera solo acqua e ossigeno); ha una temperatura operativa molto bassa, intorno ai 40-45 °C; può essere utilizzato praticamente su ogni materiale, tranne alcune stoffe e composti in grado di assorbire il perossido.

Sterilizzazione con Acido peracetico

È un potente agente ossidante. Questa caratteristica gli consente di avere proprietà antimicrobiche anche a minime concentrazioni. I prodotti di degradazione inoltre non sono tossici e si dissolvono facilmente in acqua.

Questo sistema è elettivo, ad esempio, per tutti gli strumenti utilizzati in campo endoscopico (endoscopi flessibili) per i quali è richiesta la sterilizzazione tra un utilizzo e l’altro.

fonte : https://www.nurse24.it/studenti/procedure/sterilizzazione-dispositivi-medici-metodi.html

CM Medical Devices

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Nel settore del medicale da oltre 20 anni, nasco come tecnico di prodotti sanitari (ventilatori polmonari) per poi diventare product specialist , responsabile di sala neurovascular e oggi area manager centro sud Italia

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