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RCP Rianimazione Cardiopolmonare nei Lattanti e nei Bambini

RCP Rianimazione Cardiopolmonare nei Lattanti e nei Bambini

Nonostante l’uso della rianimazione cardiopolmonare, i tassi di mortalità da arresto cardiaco extraospedaliero sono circa del 90% nei lattanti e nei bambini. Il tasso di mortalità per l’arresto cardiaco in ospedale per neonati e bambini è del 65% circa. Il tasso di mortalità è dal 20 al 25% in caso di arresto respiratorio isolato. Gli esiti neurologici sono spesso gravemente invalidanti.

I protocolli di rianimazione pediatrica sono diversi per neonati e bambini. Le linee guida per i neonati si applicano a quelli < 1 anno di età, e i protocolli per bambini sono utilizzati dall’età di 1 anno fino a un peso di 55 kg o alla presenza di segni di pubertà (definita come l’apparizione del seno nelle femmine e dei peli ascellari nei maschi). I protocolli di rianimazione per adulti si applicano ai bambini oltre l’età della pubertà o ai bambini di peso > 55 kg. Circa il 50-65% dei bambini che richiedono una rianimazione cardiopolmonare è < 1 anno; di questi, la maggior parte ha < 6 mesi.

La rianimazione neonatale utilizzata nel periodo perinatale immediato è discussa altrove. Circa il 6% dei neonati richiede la rianimazione al momento del parto; l’incidenza aumenta significativamente se il peso alla nascita è < 1500 g.

Nel riportare gli esiti della rianimazione cardiopolmonare nei bambini devono essere seguite le linee guida standardizzate specifiche; p. es., la Pittsburgh Outcome Categories Scale modificata che prende in considerazione le capacità cerebrali e globali (vedi tabella Scala di classificazione della funzione cerebrale pediatrica).

Standards and guidelines for CPR from the American Heart association sono seguiti (vedi tabella Child and Infant CPR Technique for Health Care Practitioners). Per il protocollo in caso di neonato o bambino incosciente con possibile arresto cardiaco, vedi figura Assistenza cardiaca completa in emergenza pediatrica.

Dopo che la rianimazione cardiopolmonare è stata iniziata, vengono effettuati defibrillazione e identificazione del ritmo cardiaco sottostante.

Assistenza cardiaca completa in emergenza pediatrica

Assistenza cardiaca completa in emergenza pediatrica

*Se è disponibile un numero adeguato di personale qualificato, la valutazione del paziente, la rianimazione cardiopolmonare e l’attivazione del sistema di risposta all’emergenza devono avvenire simultaneamente.

Sulla base di Comprehensive Emergency Cardiac Care Algorithm from the American Heart Association.

 

Principali differenze tra la rianimazione cardiopolmonare pediatrica e quella degli adulti

Pre-arresto

La bradicardia in un bambino in distress è un segno di imminente arresto cardiaco. I neonati, i lattanti e i bambini piccoli hanno una maggiore probabilità di sviluppare una bradicardia causata dall’ipossiemia, mentre i bambini più grandi inizialmente tendono a presentare tachicardia. Un neonato o un bambino con una frequenza cardiaca < 60/min e segni di scarsa perfusione periferica che non migliorano con il supporto ventilatorio, deve essere trattato con il massaggio cardiaco (vedi figura Compressioni toraciche). La bradicardia secondaria a blocco cardiaco è rara.

Compressioni toraciche

Durante le compressioni toraciche nei neonati e nei bambini (al di sotto dell’età della pubertà o < 55 kg), il torace deve essere abbassato di un terzo del diametro antero-posteriore. Questo è di circa 4-5 cm. Negli adolescenti o nei bambini > 55 kg, la profondità di compressione raccomandata è la stessa degli adulti, ossia da 5 cm a 6 cm.

Il metodo di compressione toracica è diverso anche nei neonati e nei bambini ed è illustrato di seguito. Il tasso di compressione nei neonati e nei bambini è simile a quello degli adulti a 100-120 compressioni/min.

Massaggio cardiaco in lattanti e bambini

A: quando sono presenti 2 soccorritori, il massaggio cardiaco va eseguito preferibilmente con i due pollici nei neonati e nei bambini piccoli in cui è possibile circondare il torace con le mani. I pollici devono sovrapporsi se si tratta di neonati molto piccoli.

B: i soccorritori solitari possono usare 2 dita per le compressioni infantili. Durante il massaggio le dita devono essere mantenute in posizione diritta. Per i neonati, l’utilizzo di questa tecnica comporta una posizione troppo bassa, ossia a livello dello xifoide o al di sotto di esso; la posizione corretta è appena al di sotto della linea intermammillare.

C: posizione della mano per la compressione del torace in un bambino.

(Adattato da American Heart Association: Standards and guidelines for CPR. Journal of the American Medical Association 268:2251-2281,1992. Copyright 1992, American Medical Association.)

Massaggio cardiaco in lattanti e bambini

 

Farmaci

Dopo un’adeguata ossigenazione e ventilazione, l’adrenalina è il farmaco di scelta (vedi Farmaci di prima linea) e deve essere somministrata il prima possibile dopo aver stabilito un accesso endovenoso (EV) o intraosseo (IO). La dose di adrenalina è di 0,01 mg/kg EV, che può essere ripetuta ogni 3-5 minuti. Le attuali linee guida consigliano l’immediato posizionamento di una via intraossea e la somministrazione di adrenalina in caso di ritmi non defibrillabili, in quanto recenti evidenze indicano che il ripristino della circolazione spontanea e il tasso di sopravvivenza nei bambini sono correlati con la velocità con cui viene somministrata la prima dose di adrenalina.

In caso di defibrillazione inefficace dopo somministrazione di adrenalina, può essere somministrato un bolo EV di 5mg/kg di amiodarone. Può essere ripetuto fino a 2 volte per la fibrillazione ventricolare refrattaria o per la tachicardia ventricolare senza polso. Se l’amiodarone non è disponibile, la lidocaina può essere somministrata a una dose di carico di 1 mg/kg EV seguita da un’infusione di mantenimento da 20 a 50 mcg/kg/min. Né l’amiodarone né la lidocaina hanno dimostrato un miglioramento della sopravvivenza alla dimissione ospedaliera.

Pressione arteriosa

La pressione arteriosa deve essere misurata con un bracciale di grandezza appropriata, ma la valutazione invasiva diretta della pressione arteriosa è obbligatoria nei bambini gravemente compromessi.

Poiché la pressione arteriosa varia con l’età, un criterio semplice per ricordare il limite inferiore della norma (< 5o percentile) per l’età è il seguente:

  • < 1 mese: 60 mmHg

  • Da 1 mese a 1 anno: 70 mmHg

  • > 1 anno: 70 + (2 × età in anni)

Così, in un bambino di 5 anni, l’ipotensione sarà definita da una pressione arteriosa di < 80 mmHg (70 + [2 × 5]). È importante sottolineare che i bambini mantengono una pressione arteriosa stabile più a lungo per effetto di meccanismi compensatori più potenti (frequenza cardiaca più elevata, resistenze vascolari sistemiche aumentate). Una volta che compare l’ipotensione, l’arresto cardiorespiratorio si può sviluppare rapidamente. Bisogna fare il possibile per iniziare il trattamento quando si manifestano i segni compensatori dello shock (p. es., aumento della frequenza cardiaca, estremità fredde, tempo di riempimento capillare > 2 secondi, polsi periferici deboli) ma prima che si sviluppi l’ipotensione.

Attrezzatura e ambiente

Le dimensioni dell’attrezzatura, la posologia dei farmaci e i parametri di rianimazione cardiopolmonare variano con l’età ed il peso del paziente (vedi tabelle Tecniche di rianimazione cardiopolmonare per gli operatori sanitariFarmaci per la rianimazione in lattanti e bambini e Guida alla rianimazione pediatrica). Presidi come le piastre o gli elettrodi adesivi monouso del defibrillatore, le maschere, i palloni per ventilazione, le vie aeree, le lame del laringoscopio, i tubi endotracheali e i cateteri per aspirazione sono reperibili in differenti misure. Il peso deve essere misurato piuttosto che approssimato; in alternativa, si possono utilizzare dei metri disponibili in commercio, calibrati in modo da leggere il peso standard del paziente sulla base della lunghezza del suo corpo. Su alcuni di essi sono stampate le dosi dei farmaci e le dimensioni dei dispositivi raccomandate per ogni peso. I dosaggi devono essere arrotondati per difetto; p. es., per un bambino di 2 ½ anni si deve utilizzare la dose di un bambino di 2 anni.

Gestione della temperatura

Lattanti e bambini sono maggiormente vulnerabili alla perdita di calore a causa della maggiore estensione della superficie in rapporto al peso corporeo e della minore quantità di tessuto sottocutaneo. Un ambiente esterno termicamente neutro è fondamentale durante e dopo la rianimazione cardiopolmonare. L’ipotermia con una temperatura centrale < 35° C rende più difficile la rianimazione.

Per i bambini in coma rianimati dall’arresto cardiaco in ospedale e fuori dall’ospedale, le recenti linee guida dell’American Heart Association e dell’American Association of Pediatrics consigliano l’ipotermia terapeutica (da 32 a 36° C) o la normotermia (da 36 a 37,5° C; 1, 2). La febbre deve essere trattata in modo aggressivo.

Vie aeree e ventilazione

L’anatomia delle alte vie respiratorie è differente nei bambini. La testa è grande ma il viso, la mandibola e le narici sono tutti di piccole dimensioni e il collo è relativamente corto. La lingua è grande rispetto alla bocca e la laringe è situata più in alto nel collo con un’angolazione più anteriore. L’epiglottide è allungata e la porzione più ristretta della trachea è situata al di sotto delle corde vocali a livello dell’anello cricoideo, consentendo così l’uso di tubi endotracheali senza cuffia. Nei bambini più piccoli, una lama di laringoscopio dritta solitamente consente una migliore visualizzazione delle corde vocali rispetto a quella curva, in quanto la laringe si trova più anteriormente e l’epiglottide è più flessibile e ridondante. Le attuali evidenze disponibili non supportano il miglioramento dei risultati dei pazienti derivante dagli interventi avanzati sulle vie aeree rispetto alla ventilazione con maschera con pallone in neonati e bambini durante l’arresto cardiaco extraospedaliero.

Se non sono state posizionate vie aeree avanzate in atto nei neonati e nei bambini sottoposti a rianimazione, il rapporto compressione:ventilazione raccomandato è 30:2 se è presente un solo soccorritore e 15:2 se è presente più di un soccorritore. Questa raccomandazione è in contrasto con quelle per gli adulti in cui il rapporto compressione:ventilazione è sempre di 30:2 ed è indipendente dal numero di soccorritori.

Con una via aerea avanzata, 1 respiro viene somministrato ogni 6 secondi (10 atti/min) per neonati, bambini e adulti.

Defibrillazione

Nell’asistolia, non si utilizzano l’atropina e la stimolazione.

La fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso si verificano in circa il 15-20% degli arresti cardiaci pediatrici. La vasopressina non è indicata. Quando si utilizza la defibrillazione, l’energia assoluta da erogare deve essere inferiore a quella usata per gli adulti; la forma d’onda può essere bifasica (preferibile) o monofasica. Per entrambe le forme d’onda, l’energia raccomandata è di 2 joule/kg per il primo shock da aumentare a 4 joule/kg per i successivi (se necessario, vedi defibrillazione negli adulti). La dose massima raccomandata è di 10 joule/kg o la dose massima per gli adulti (200 joule per un defibrillatore bifasico e 360 joule per un defibrillatore monofasico).

I defibrillatori automatici esterni con elettrodi per adulti possono essere utilizzati nei bambini al di sopra di 1 anno, ma nei bambini di età compresa tra 1 e 8 anni si preferisce un defibrillatore automatico esterno con attenuatore pediatrico (shock bifasico massimo di 50 joule). Non vi sono evidenze sufficienti a favore o contro l’uso dei defibrillatori automatici esterni nei bambini di età < 1 anno. Per il posizionamento dei tamponi, vedi la defibrillazione negli adulti.

Riferimenti relativi al trattamento

Per ulteriori informazioni

A seguire vi sono risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si noti che il Manuale non è responsabile per il contenuto di questa risorsa.

Fonte : https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/medicina-di-terapia-intensiva/arresto-cardiaco-e-rianimazione-cardiopolmonare/rianimazione-cardiopolmonare-nei-lattanti-e-nei-bambini

CM Medical Devices

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Nel settore del medicale da oltre 20 anni, nasco come tecnico di prodotti sanitari (ventilatori polmonari) per poi diventare product specialist , responsabile di sala neurovascular e oggi area manager centro sud Italia

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