Prevenzione dell’ipotermia intraoperatoria e gestione della normotermia del paziente sottoposto ad intervento chirurgico.
Perchè prevenire è meglio?
E’ ben noto che la prevenzione di uno stato d’ipotermia più o meno severo diminuirà o contribuirà ad eliminere complicanze come modifica del metabolismo e mancato effetto di farmaci anestetici somministrati, ritardo del risveglio, discomfort, aumento dei valori della cascata coagulativa con aumentato sanguinamento, elevato rischio d’infezione della ferita chirurgica, aumentato senso di dolore post-operatorio, ipossia dei tessuti, aumentato rischio di generare lesioni da pressione nonché un alterato metabolismo delle proteine plasmatiche.
Tutto questo è legato ad un discomfort del paziente e ad un aumento dei giorni di ospedalizzazione e dei tempi dell’operatività delle Sale Operatorie che di rifllesso vanno incontro ad una drastica diminuzione degli interventi programmati.
Nell’ottica di prevenire gli stati d’ipotermia è sempre buona regola ricercare sistemi di riscaldamento non a cessione d’aria che possono inficiare con i flussi laminari diretti al paziente sul tavolo operatorio ed essere fonte d’infezione della ferita chirurgica, ricercare sistemi che sempre meglio oltre che a riscaldare e a mantenere la normotermia attesa siano sicuri a fronte di qualsiasi posizione sia messo il paziente durante l’intervento, ricercare sistemi con il minimo ingombro meglio se leggeri e da fissare anche ad un comune reggiflebo.
La prevenzione è un atto dovuto e bisogna attuarla in base all’etica e a tre principi/domande fondamentali da porsi:
- Quale trattamento porta maggior beneficio al paziente? (Pricipio dell’autonomia);
- Quale trattamento rispetta il malato nei suoi valori e nell’autonomia delle sue scelte? (Pricipio della bioetica);
- Quale trattamento ottimizza l’uso delle risorse e produce un paziente/cliente soddisfatto? (Principio di giustizia uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini di fronte al diritto alla salute)
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