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Fratture da stress

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Fratture da stress
Pubblicato il 23.01.24 di Chiara Vannini Aggiornato il 22.01.24

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La frattura da stress è una patologia a carico di uno o più ossa, caratterizzata da una difformità o infrazione dell’osso e secondaria a sollecitazioni ripetute nel tempo e non ad un evento traumatico isolato. È una tipologia di frattura che si osserva principalmente negli atleti, nei podisti e nei militari e proprio per questo motivo veniva inizialmente chiamata frattura da “piede di marcia”, perché più frequente nel personale militare.

Cause e fattori di rischio di frattura da stress
frattura da stress
La causa principale delle fratture da stress sono gli stress meccanici ripetuti, ad alta intensità.

La frattura da stress si verifica quando si sbilancia la capacità dell’osso di riadattarsi alle attività. Di norma, l’osso è in grado di adattarsi alle pressioni a cui è sottoposto e risponde rimodellandosi e rinforzandosi, per poter rispondere adeguatamente allo stress biomeccanico.

Tuttavia, quando non è più in grado di farlo, può dar luogo allo sviluppo di microfratture. Le fratture da stress rappresentano circa il 20% degli infortuni sportivi, con un’incidenza maggiore negli sportivi che percorrono più di quaranta km a settimana.

I fattori di rischio per le fratture da stress sono classificati in intrinseci ed estrinseci.

Fattori di rischio intrinseci
I fattori di rischio intrinseci, ovvero quelli legati alla persona, sono:

Sesso femminile
Scarsa condizione fisica
Disturbi ormonali
Densità ossea scarsa
Ridotta massa muscolare
Carenza di vitamina D e calcio
Abitudine al fumo
Fattori di rischio estrinseci
I fattori di rischio estrinseci invece sono:

Attività sportive come corsa e salto
Attività sportive effettuate su superfici irregolari o disconnesse
Scarpe da corsa inadeguate
La causa principale delle fratture da stress sono gli stress meccanici ripetuti, ad alta intensità. In particolare, la principale causa di frattura è il sovrallenamento, soprattutto se associato ad un deficit energetico da apporto calorico troppo basso.

L’apporto calorico ridotto, associato all’eccessiva attività fisica, comporta inoltre squilibri ormonali, soprattutto nel sesso femminile, con un conseguente rischio di osteoporosi e un aumentato rischio di fratture da stress. Un’altra causa risulta essere il deficit di vitamina D.

Fratture da stress: le sedi più colpite
Le ossa più coinvolte sono quelle degli arti inferiori, in particolare quelle della caviglia e del piede.

Sono interessate:

Metatarso
Tibia
Femore
Perone
Bacino
Le fratture degli arti inferiori sono più frequenti nei corridori, nei calciatori e nei ginnasti.

Le fratture da stress possono in realtà colpire anche gli arti superiori, anche se in maniera meno frequente. Le ossa più colpite sono:

Clavicola
Scapola
La prima costa
L’omero
L’epicondilo
Il radio
Le fratture degli arti superiori sono più frequenti nei ginnasti, negli atleti di lancio del peso e di sollevamento peso.

Segni e sintomi di frattura da stress
La frattura da stress esordisce con una sintomatologia dolorosa, localizzata in una zona del corpo, che insorge dopo l’attività.

Il dolore, inizialmente di breve durata, si intensifica nella durata e nell’intensità col progredire dell’attività, fino ad essere presente anche a riposo.

Diagnosi di frattura da stress
La diagnosi si basa inizialmente sulla descrizione dei sintomi descritti dalla persona. Andranno indagati alcuni aspetti, come ad esempio:

Tipologia di allenamento e cambiamenti recenti
Alimentazione
Valutazione della presenza di fattori di rischio intrinseci ed estrinseci
Farmaci assunti
Anamnesi medica
All’esame obiettivo la persona lamenta dolorabilità localizzata anche alla digitopressione e talvolta edema locale. L’esame che effettua la diagnosi accurata è la radiografia, anche se la frattura vera e propria è visibile solamente dopo circa 2–3 settimane dall’insorgenza dei sintomi.

Questo accade perché dall’insorgenza dei sintomi, è solamente con l’allenamento continuo nel tempo che è possibile che si evidenzi la linea di frattura. Un’altra indagine utilizzata per fare diagnosi è la TC ed infine si può optare per la RMN.

Trattamento
L’indicazione terapeutica principale prevede la sospensione dell’attività per 2–6 settimane per poi reintegrarla gradualmente. Può essere necessaria l’applicazione di un apparecchio gessato o un eventuale intervento chirurgico a seconda dell’entità della frattura.

Infine, può essere utile integrare la dieta con l’assunzione di calcio e vitamina D.

Fonte : https://www.nurse24.it/studenti/patologia/fratture-da-stress.html

Alessandro Montalto

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Nel settore medicale da oltre 20 anni , continuo ad assorbire informazioni giorno dopo giorno perché non si finisce mai di imparare nella vita, sono entrato in contatto con la ventilazione polmonare e ho cercato di arricchire sempre di più le mie conoscenze senza mai dimenticare da dove sono partito.
Oggi mi dedico molto ad organizzare grazie al mio team sempre più Hospital Meeting, il mio obiettivo principale non è la vendita ma diventare partner del reparto un amico pronto a trasferire quel poco che sa e fare da connessione con altri professionisti ed aziende

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