Il lipedema: cos’è e come si cura
Sintomi, diagnosi e cura di una malattia cronica, debilitante, ma curabile se affrontata nel modo giusto.
Come riconoscere il lipedema e come trattarlo nel modo corretto. Diamo voce all’associazione dei pazienti.
Confuso con il linfedema, con l’obesità o con la cosiddetta cellulite, il lipedema è una malattia spesso incompresa e trascurata dalla stessa classe medica, poiché non ancora ufficialmente riconosciuta in Italia e tanto meno codificata da Linee Guida specifiche. Questo fa sì che i trattamenti proposti siano multiformi: esercizi, sport estremi, calze, linfodrenaggi, liposuzioni, mesoterapie, ultrasuoni, farmaci, cavitazione, radiofrequenza e chi più ne ha più ne metta.
Così purtroppo accade che i pazienti, in preda alle difficoltà di ottenere una diagnosi e un percorso terapeutico realmente corretti, si trovino a peregrinare per l’Italia in cerca di una soluzione ai loro problemi, senza risolvere nulla, ma anzi a volte vedendo peggiorare la loro situazione.
LIPEDEMA: DI CHE PATOLOGIA STIAMO PARLANDO?
Il lipedema è una malattia infiammatoria cronica dell’organo adiposo sottocutaneo, senz’altro correlata agli ormoni sessuali femminili, tanto che colpisce soprattutto le donne con picchi di insorgenza in concomitanza con la prima mestruazione (menarca), la gravidanza e l’ingresso in menopausa. Anche la genetica gioca un ruolo chiave, mentre il fattore obesità – anche se si riscontra una correlazione nel 50-60% dei casi – non è determinante.
La causa del lipedema è un sovraccarico del sistema linfatico, non una stasi linfatica. Quest’ultima può poi sopraggiungere negli stadi finali della malattia, complicandola ulteriormente con un linfedema. Ecco un altro buon motivo per avere una diagnosi precoce e una terapia tempestiva!
I SINTOMI DEL LIPEDEMA
Questa patologia si manifesta con uno sproporzionato ammasso di noduli di grasso sempre più grossi, che presentano al loro interno vasi e nervi; la compressione dei tessuti provoca ulteriore infiammazione e dolore.
Il lipedema colpisce prevalentemente la parte inferiore del corpo, che finisce per accumulare 1-2 taglie in più rispetto alla superiore. In questi pazienti a fine giornata le gambe sono pesanti, tese, dolenti.
Nei primi stadi della malattia, il dolore (e non il gonfiore) è proprio il segno distintivo del lipedema rispetto al linfedema, tanto che il nome più appropriato potrebbe essere lipoalgia. Altri aspetti tipici che potrebbero confondere la diagnosi da parte di un operatore poco esperto, facendo piuttosto pensare a una cellulite, sono:
- Buccia d’arancia
- Pelle a materasso
Approfondiamo segni e sintomi del lipedema con la Dr.ssa Sara Mantovani, Fisioterapista, del Comitato Direttivo dell’Associazione dei Pazienti LIO Lipedema Italia.
Nell’intervista, Sara Mantovani dell’Associazione dei Pazienti LIO Lipedema Italia ci spiega come riconoscere il lipedema e qual è la sua eventuale correlazione con l’obesità.
SI TRATTA DI UNA PATOLOGIA PROGRESSIVA?
Non sempre. E qui entra in gioco il fattore obesità. Quindi chi soffre di lipedema e ha la tendenza ad accumulare chili di troppo, soprattutto nel sottocute dalla vita in giù, sappia che parte di quel grasso potrebbe essere colpito da infiammazione.
TERAPIE PER IL LIPEDEMA
Purtroppo il lipedema, esattamente come il linfedema, non è guaribile. Si può però intervenire per migliorare e stabilizzare la malattia. Come?
Per trattare un lipedema agli esordi è importante agire, in parallelo, su questi punti fondamentali:
- Nutrizione ed esercizio fisico per arrestare la progressione della malattia, evitando un aumento di peso che andrebbe ad aggravare il quadro infiammatorio;
- Utilizzo di bendaggi e calze elastocompressive, che esercitano una forte azione antinfiammatoria.
Poiché, come già anticipato, nelle fasi iniziali della malattia non ci sono ristagni a livello linfatico, va da sé che, in questo momento, trattamenti come il drenaggio linfatico manuale, o peggio ancora la microchirurgia linfatica, appaiono del tutto inutili per non dire controproducenti.
In un successivo stadio della patologia, e comunque dopo almeno 1 o 2 anni dall’inizio della terapia conservativa compressiva per la perdita di peso, lo specialista potrebbe valutare un trattamento di liposuzione. Si tratta di un intervento delicato, non esente da rischi, che proprio per questo va effettuato presso centri dotati di esperienza e competenza. Attenzione però: la lipo può andare ad affiancarsi, e non a sostituirsi, alla terapia conservativa a base di dieta, esercizio fisico e utilizzo di tutori su misura. Questi tre pilastri vanno infatti portati avanti per tutta la vita.
Quando invece, negli ultimi stadi del decorso, dovesse subentrare uno scompenso linfatico, e dunque una condizione di linfedema secondario, bisognerà agire su entrambi i fronti: trattamento del linfedema insieme a terapia conservativa per il lipedema.
Una notazione finale: il lipedema non risponde né alla dieta né all’attività fisica né alla chirurgia bariatrica. Tutte e tre queste opzioni possono certamente funzionare sull’obesità eventualmente associata al lipedema, portando a una perdita di peso anche importante, ma non hanno alcun effetto sul lipedema in sé.
Fonte : https://www.forumsalute.it/il-lipedema-cos-e-come-si-cura.html