Sintomi dell’herpangina
Il decorso normale dell’herpangina comporta un periodo di incubazione, generalmente asintomatico, della durata di una o due settimane. Il 50% dei soggetti contagiati restano asintomatici, pertanto la trasmissione della malattia è molto facile e la prevenzione risulta difficile se non individuata nei contesti familiari e sociali.
I sintomi, generali e aspecifici, sono improvvisi. L’herpangina esordisce con:
Si manifesta frequentemente con cervicalgia e malessere generale. Nei bambini più piccoli l’irritabilità è comune. Il vomito interessa solitamente i neonati. Si lamenta dolore alla deglutizione.
Dopo circa due giorni di sintomatologia aspecifica, si sviluppano papule grigiastre che diventano vescicole circondate da un alone eritematoso. Le lesioni sono piccole, circa 1-2 mm di diametro, ma sono numerose, sino a 20. Si presentano generalmente sui pilastri tonsillari ma possono comparire anche su palato molle, tonsille, ugola e lingua. Dopo circa un giorno dalla comparsa le lesioni si trasformano in ulcere superficiali di circa 5 mm.
L’evoluzione della condizione e la durata dei sintomi è di circa una settimana. La malattia si risolve spontaneamente. Si raccomanda di contattare il medico se i sintomi persistono oltre 5 giorni, se il bambino ha difficoltà a bere e mostra segni di disidratazione e se la febbre non regredisce nonostante l’antipiretico.
Complicazioni date dall’herpangina
Raramente l’herpangina comporta complicanze. Il rischio maggiore è la disidratazione quando il dolore in bocca rende difficile assumere cibo e liquidi. La prognosi è ottima. L’infezione conferisce un’immunità duratura nei confronti del ceppo infettante ma sono possibili recidive per successive reinfezioni causate da altri coxsackievirus ed enterovirus.
Diagnosi di herpangina
La diagnosi, anche differenziale, si basa sulla valutazione clinica all’esame obiettivo, osservando la sintomatologia e le caratteristiche lesioni orali. L’Herpangina di distingue da:
ulcere aftose ricorrenti : le afte si verificano raramente nella faringe e non sono generalmente accompagnate da sintomi sistemici
stomatite erpetica: rara, causa ulcere più grandi, più resistenti e più numerose che compaiono in tutto l’orofaringe
faringite linfonodulare: causata dal coxsackiervirus ceppo A10, che non si manifesta con vescicole ed ulcere ma con papule che evolvono in noduli di 2-3 mm, biancastri giallastri
Non sono necessari test diagnostici, con indagini di laboratorio di conferma, poiché la malattia è facilmente diagnosticabile durante l’accertamento medico. Inoltre l’isolamento del virus richiede tempi lunghi e i sintomi si risolverebbero prima che l’identificazione del patogeno sia disponibile.
Trattamento e prevenzione dell’herpangina
Essendo una malattia autolimitante, non è indicata alcuna terapia specifica. Nessuna terapia virale è efficace contro l’herpangina. Come per la maggior parte delle malattie virali, il trattamento consiste nel dare sollievo ai sintomi e nel ridurne la gravità. Essendo un’infezione virale, la terapia antibatterica non è di alcun beneficio.
La terapia è sintomatica e di supporto e comprende:
una buona igiene orale
una dieta morbida senza cibi acidi e salati
misure topiche con risciacqui di farmaci anestetizzanti per alleviare il fastidio che aumenta durante i pasti
Per l’anestesia topica, così da assicurare un rivestimento lenitivo, possono essere efficaci sciacqui con lidocaina o con sucralfato più antiacido alluminio-magnesio.
È buona norma aumentare l’assunzione di liquidi per mantenere una buona idratazione. Gli antidolorifici possono essere necessari per la gestione del dolore orale. Per curare febbre e malessere si può assumere paracetamolo . La dieta sana deve comprendere cibi leggeri, liquidi o semiliquidi, con un un buon apporto calorico. Se compaiono segni e sintomi di disidratazione, i liquidi possono essere integrati attraverso una terapia reidratante endovenosa.
Si previene con una buona igiene delle mani. Il virus si diffonde facilmente tra i bambini attraverso l’esposizione al naso che cola o alla saliva di un soggetto malato. E pertanto raccomandato tenere i bambini a casa quando sono malati così da prevenire la diffusione della malattia in comunità. La scuola è il luogo più comune in cui si può contrarre l’infezione.