Coxartrosi: eziologia e fattori di rischio
Studi epidemiologici hanno evidenziato che la coxartrosi è più frequente nella popolazione anziana . Chi ne soffre ha generalmente più di 50 anni, sono colpite soprattutto le donne . L’incidenza annuale è di circa 480 nuovi casi ogni 100 mila persone.
L’eziologia è varia . I fattori che favoriscono la coxartrosi sono:
l’età avanzata
i traumi dell’anca e le fratture a carico delle ossa costituenti l’anca
le infezioni articolari ed ossee
le malattie congenite dell’anca come la displasia
l’osteonecrosi
difetti congeniti e morfologici
Esiste anche una coxartrosi idiopatica ossia senza cause riconoscibili. Quando non è idiopatica, la coxartrosi è detta anche secondaria
I fattori di rischio associati sono:
Anche la predisposizione genetica può essere una causa favorente.
Sintomi di coxartrosi
Coxa significa anca . L’anca è formata dall’articolazione coxo-femorale, una regione dell’apparato muscoloscheletrico molto importante perché sostiene il carico maggiore ed è coinvolta in ogni movimento del corpo. Risulta pertanto essere particolarmente delicata e maggiormente soggetta a forme di usura. La coxartrosi può essere monolaterale e bilaterale . Può interessare una soltanto delle articolazioni dell’anca oppure colpirle entrambe a seconda delle condizioni che innescano la degenerazione della cartilagine articolare.
Sintomo caratteristico della patologia è il dolore con conseguente difficoltà di muovere l’articolazione e la sensazione di rigidità articolare . Il dolore che compare all’anca si definisce coxalgia e può essere percepito sulla parte esterna della zona dell’anca, a livello dell’inguine, sulla zona del gluteo e/o sulla porzione anteriore – superiore della coscia. Il dolore può comparire nei movimenti ma anche dopo essere stati fermi e seduti a lungo. La causa principale del dolore è l’irrigidimento del muscolo ileo-psoas della gamba, che collega la parte anteriore della colonna vertebrale alla parte anteriore della coscia. Il dolore può comparire anche nella regione anteriore della coscia e del ginocchio con sollecitazione del nervo femorale che trasmette movimento e sensibilità alla parte anteriore della coscia. Si manifesta anche come dolore alla schiena , dato che la rigidità dell’ileopsoas influenza sia la colonna lombare che l’articolazione dell’anca. Il dolore è spesso notturno .
La malattia presenta tre stadi di gravità crescente in cui la sintomatologia peggiora in maniera evidente. Nel primo stadio , iniziale e meno grave della condizione, i dolori sono periodici e compaiono a livello dell’anca infiammata. Sono scatenati generalmente da una attività fisica di moderata o elevata intensità. La sensazione dolorosa regredisce con il riposo dell’arto inferiore sofferente, rapidamente e quasi completamente. Nel secondo stadio la coxartosi si manifesta con una severità intermedia. Il dolore tipico è più intenso e si estende in una sede anatomica più ampia, interessando anche la regione inguinale e la parte anteriore della coscia. Si accompagna anche ad una sensazione di bruciore e di pressione e insorge anche a riposo, non soltanto durante il movimento. Il dolore può essere così forte da compromettere la mobilità articolare dell’anca infiammata. Nel terzo stadio , quello più grave, il dolore diventa cronico e ogni movimento, compresa la deambulazione, risulta fortemente compromesso.
Il dolore cronico e la ridotta capacità di movimento dell’anca generano le complicanze della coxartrosi come conseguenza di un terzo stadio sintomatologico: il malessere continuo e i deficit motori impattano sulla qualità di vita del paziente che, a causa della sedentarietà forzata, sviluppa atrofia progressiva dei muscoli di tutto l’arto inferiore coinvolto, danneggiando soprattutto i polpacci.
Diagnosi e trattamento di coxartrosi
La diagnosi , preferibilmente precoce al primo stadio per evitare successivi trattamenti invasivi e con una minor incidenza di complicanze, si pone con un esame obiettivo e con l’anamnesi di dolori sospetti a una o ad entrambe le anche soprattutto dopo un’attività fisica. Durante la raccolta dei dati dell’anamnesi si ricercano i possibili fattori di rischio e predisponenti come una storia di pregressi traumi o fratture a carico dell’anca. La diagnostica per immagini – con radiografia , risonanza magnetica ed ecografia dell’anca – esami ematochimici e un’artroscopia a scopo diagnostico completano l’iter per riconoscere la patologia. Durante l’esame obiettivo le classiche manovre diagnostiche sono:
il test di movimento dell’anca attivo e passivo (si valutano quali movimenti sono dolorosi)
il test del crepitio durante i movimenti dell’articolazione
il test del dolore evocato dalla palpazione dell’anca
il test della camminata, osservando come il paziente cammina
La diagnostica per immagini permette di valutare l’entità della degenerazione cartilaginea e di individuare l’interessamento di altri tessuti connettivi come i legamenti e la membrana sinoviale. L’artroscopia permette, in caso di dubbi sull’entità del danno cartilagineo, di esplorare con una fonte luminosa, in corso di un intervento chirurgico poco invasivo, la sede dolente interessata.
Il trattamento dipende dallo stadio sintomatologico . In caso di dolore lieve, tipico del primo stadio, la terapia è di tipo conservativo non chirurgico. Se il dolore è cronico ed invalidante per la terapia ci si orienta sulla chirurgia o sulla medicina rigenerativa. La terapia conservativa, che allieva soltanto i sintomi e non risolve il danno alla cartilagine articolare, consiste in riposo (non totale ma inteso come sospensione di tutte le attività motorie che favoriscono la comparsa del dolore), farmaci (FANS come ibuprofene , paracetamolo , condroprotettori come la glucosamina, corticosteroidi per via orale e sistemica, acido ialuronico ), fisioterapia (esercizi di rinforzo e stretching per i muscoli degli arti inferiori). Il trattamento con acido ialuronico, molto frequente, è detto anche viscosupplementazione . Si tratta di un lubrificante che riduce le frizioni articolari.
Prognosi di coxartrosi
La prognosi non è buona perché la malattia è degenerativa . Non si guarisce, tuttavia i trattamenti conservativi e chirurgici consentono oggigiorno, grazie alla loro efficacia, di migliorare la sintomatologia e la qualità di vita dei pazienti. Non esistono norme precise da attuare per la prevenzione della coxartrosi perché la sua comparsa è legata ad un processo fisiologico come l’invecchiamento. Il controllo del peso corporeo, l’esercizio fisico costante e la prevenzione degli infortuni all’anca riducono il rischio di sviluppare coxartrosi.