Cause di coccigodinia
Il dolore è il sintomo principale della coccigodinia, è localizzato ed è di intensità variabile con tendenza a peggiorare nel tempo.
Secondo i dati epidemiologici la sintomatologia dolorosa interessa la popolazione di età media pari a 40 anni, nel 60-70% dei casi di sesso femminile, generalmente a causa di eventi traumatici legati al parto e verosimilmente per una maggiore prominenza del coccige nella donna rispetto all’uomo e pertanto maggiormente suscettibile a stati infiammatori.
La maggior parte dei casi di coccigodinia è correlata ad un’anomala mobilità del coccige che provoca un processo infiammatorio cronico, responsabile del dolore e della degenerazione dei tessuti limitrofi.
Parto, trauma del coccige, lesioni da sforzo ripetitivo e una cattiva postura sono le cause più frequenti della sindrome dolorosa. Sono cause di coccigodinia anche il sovrappeso e l’usura legata all’età.
Un’eziologia meno comune è associata all’insorgenza di un tumore (osteosarcoma e teratoma sacro-coccigeo) o all’espansione di un cancro metastatico. Altre cause che determinano un dolore localizzato al coccige sono squilibri della colonna vertebrale, cisti pilonidale, sperone osseo, compressione delle radici nervose ed infezioni. La forma idiopatica, quando la causa è ignota, di coccigodinia può insorgere in assenza di alterazioni patologiche evidenti.
Durante il parto l’eccessiva tensione di muscoli e legamenti nella regione pelvica e sacrale può causare la dislocazione del coccige, che verso la fine del terzo trimestre di gravidanza diventa più flessibile per favorire il parto.
Il coccige può essere lesionato anche da un forte trauma alla base della colonna vertebrale , come da caduta, che può provocare contusione, frattura o lussazione: le ossa del coccige diventano ipermobili instaurando un quadro di instabilità patologica che si manifesta con infiammazione cronica e dolore.
Se la regione sacro-coccigea è sollecitata spesso con movimenti ripetuti, l’attrito e la pressione persistenti possono provocare traumi e lesioni a legamenti e muscoli circostanti generando una infiammazione cronica e dolorosa dei tessuti. La coccigodinia può essere innescata anche da una posizione seduta impropria e prolungata, soprattutto se l’individuo è obeso la pressione intrapelvica può causare una sublussazione posteriore del coccige. I dischi di cartilagine che tengono il coccige in sede tendono a logorarsi con il fisiologico invecchiamento provocando pertanto dolore.
Sintomi di coccigodinia
Il dolore è il sintomo principale. È localizzato, compare alla base della colonna. Di intensità variabile e tendente a peggiorare con il tempo, può essere così intenso da rendere difficili le normali attività quotidiane. Si può accompagnare a dolore irradiato nelle aree limitrofe, come il rachide lombare e i glutei.
Altri sintomi della coccigodinia sono infatti mal di schiena persistenti e dolori alle gambe e ai fianchi. Il dolore può comparire prima e durante l’evacuazione, soprattutto in caso di costipazione, raramente durante un rapporto sessuale, durante il ciclo mestruale . Il dolore tende a diventare più acuto o a peggiorare in posizione seduta, nel passaggio dalla posizione seduta a quella eretta e quando si applica una pressione diretta sull’area interessata.
Diagnosi di coccigodinia
La diagnosi è clinica con l’accertamento del dolore e/o indolenzimento a livello della piega anale riferito dal paziente. La diagnosi è inoltre differenziale per escludere cause gravi. L’anamnesi e l’esame fisico consentono di inquadrare il tipo di dolore e di rilevare alla palpazione eventuali masse anomale o ascessi.
La diagnosi è confermata da un’indagine radiografica, sia in posizione seduta che eretta, che permette di determinare l’anomala mobilità del coccige e la frattura di una delle ossa che lo compongono. Anche in assenza di anomalie strutturali ed anatomiche, la radiografia consente di inquadrare i sintomi secondari a tumori, infezioni, borsiti o artrite post traumatica dell’articolazione sacro-coccigea.
Una risonanza magnetica ed una scintigrafia ossea possono indagare sintomi non comuni, in caso di febbre e anomalo calo ponderale associato al dolore al coccige, così da escludere neoplasia ed infezione ossea.
Trattamento della coccigodinia
Il trattamento della coccigodinia è conservativo e si basa sulla terapia farmacologica, sull’uso di un cuscino in gomma con una classica forma a ciambella (per ridurre la pressione sul coccige nella posizione seduta) e su fasce lombari e sedie con supporto lombare (per mantenere la lordosi).
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS ) per controllare il dolore associati a miorilassanti per alleviare l’eccessiva contrazione muscolare permettono di risolvere la coccigodinia entro qualche settimana. Se la sintomatologia persiste nonostante la terapia convenzionale oltre i tre mesi, il trattamento di una coccigodinia cronica prevede una combinazione di farmaci antidolorifici come ibuprofene , naprossene o paracetamolo . Nei casi più gravi e persistenti è indicato il tramadolo.
Per i casi refrattari, l’infiammazione e il dolore possono essere alleviati anche con iniezioni locali di corticosteroidi , talvolta associati ad un anestetico locale per rendere più efficace la terapia. Tuttavia, tali iniezioni possono essere somministrate soltanto una o due volte in un anno poiché i corticosteroidi tendono a danneggiare il coccige e la parte inferiore della schiena.
Altre terapie complementari – come la fisioterapia, l’osteopatia e la chiropratica – possono dare sollievo al dolore attraverso tecniche di manipolazione della colonna vertebrale, ma il beneficio è temporaneo.
Se i trattamenti conservativi non sono efficaci, può essere indicata, nei casi più gravi con avanzata instabilità delle ossa, la rimozione del coccige detta coccigectomia che garantisce un netto miglioramento dei sintomi nel 90% dei casi trattati, anche se i tempi di recupero sono solitamente lunghi. Durante l’intervento di asportazione ossea, viene garantita la funzionalità dei legamenti, dei tendini e dei muscoli attaccati al segmento osseo rimosso, ricollegandoli ad altre parti del bacino. Complicanza dell’intervento chirurgico è l’infezione post-operatoria, frequente per la posizione del coccige nella zona ano rettale.