Cancer Driven Interception, un nuovo approccio alla prevenzione
Alla Consensus Conference “Nuovo approccio nella prevenzione dei tumori” promossa da Bioscience Foundation, che si è svolta l’11 ottobre presso il Senato della Repubblica a Roma, è stato presentato il Cancer Driven Interception, un modello di prevenzione basato su una tecnologia innovativa che intercetta le condizioni di rischio di sviluppare un tumore. La ricerca italiana, sviluppata dall’Università Tor Vergata in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano, è basata su un algoritmo che individua alcune condizioni che precedono lo sviluppo del tumore prima che esso si manifesti clinicamente. Si tratta pertanto di un metodo che permette di individuare una condizione prodromica allo sviluppo di una neoplasia, esclusa quella al cervello.
È italiano l’innovativo modello operativo Helixafe per la prevenzione ai tumori
I driven sono condizioni fisiologiche della persona che diventano alterate e promotrici dello sviluppo del tumore. Unendo vari parametri che costituiscono un problema oncologico, il rivoluzionario protocollo italiano, chiamato Helixafe, consente di intervenire precocemente su un non tumore mettendo in atto interventi non tossici e non invasivi che agiscono sulla modificazione dello stile di vita, l’alimentazione e l’attività fisica.
Helixafe è ritenuto dalla comunità scientifica internazionale il più innovativo modello operativo al mondo. Si tratta di un programma di prevenzione che, rivolgendosi a individui sani ed asintomatici, cambia radicalmente il punto di vista sull’approccio ai tumori solidi, sino ad oggi incentrato esclusivamente sulla diagnosi precoce e sulle terapie.
Con Helixafe ci si focalizza sulla prevenzione che diventa attiva attraverso semplici test con cui è possibile intervenire sulle condizioni che possono far nascere un tumore. Considerando che la cancerogenesi dura due anni, come ampiamente dimostrato dalle evidenze scientifiche, gli esperti ritengono che, se si intercettano e si modificano alcuni fattori predisponenti, è possibile arrestare tale processo, prevenendo così l’insorgere della neoplasia. È possibile quindi individuare tali fattori favorenti definiti “cancer driven” che intercettano e trattano le condizioni fisiopatologiche che determinano lo sviluppo dei tumori.
Helixafe consente di verificare le mutazioni che portano all’insorgenza del tumore con l’analisi dell’instabilità genomica, del controllo dell’infiammazione cronica, dello squilibrio del sistema immunitario e della flora batterica intestinale. Come è possibile controllare la pressione arteriosa e il livello di colesterolo per prevenire le malattie cardiovascolari, così il non tumore potrebbe esssere individuato attraverso i suoi fattori di rischio principali.
Il driven principale è l’instabilità genomica che anticipa l’insorgenza del tumore. Le mutazioni somatiche acquisite – che rappresentano la condizione prodromica dello sviluppo dei tumori solidi – si formano se i geni oncosoppressori, la cui funzione è riparare le migliaia di lesioni che il DNA subisce ogni giorno, smettono di funzionare e diventano inattivi.
Il test consiste nel sequenziamento del DNA libero circolante mediante un esame del sangue. Tale tecnica, che rappresenta una svolta epocale nella prevenzione del cancro, permette di valutare l’accumulo progressivo di danni nel Dna ovvero le conseguenze dovute a questo impatto genotossico. L’infiammazione cronica sistemica, che favorisce un maggior sviluppo della cancerogenesi, viene controllata con l’analisi di 9 citochine. Lo squilibrio del sistema immunitario viene rilevato con la misurazione dei monociti. Il quarto driven è lo squilibrio della flora batterica intestinale rilevabile con il sequenziamento di un campione di feci.
Attuare un approccio attivo alla prevenzione ha una grande rilevanza se si considera che, sebbene la mortalità per cancro nei paesi Occidentali sia in diminuzione grazie alla diagnosi precoce, i numeri di casi totali siano invece in aumento, come evidenziano i dati in tutto il mondo. Soltanto in Italia nel 2022 sono state registate ben 14 mila nuove diagnosi rispetto al 2020. È fondamentale pertanto, come ha dichiarato il presidente nazionale Aiom, intervenire maggiormente anche sulla prevenzione primaria. Occorre correggere gli stili di vita scorretti eliminando o riducendo in maniera significativa il fumo, il sovrappeso e la sedentarietà.
La prevenzione attiva, insieme a quella primaria, può contribuire a ridurre il carico della malattia oncologica intervenendo attraverso controlli prodromici annuali. Tale prevenzione potrebbe davvero favorire una terza età libera dal cancro. Dopo la conferenza di presentazione del programma che ha ottenuto la validazione scientifica, ora è opportuno avviare una efficace comunicazione per un percorso educazionale e culturale rivolto non solo ai medici di medicina generale, alle istituzioni e alle associazioni dei pazienti ma anche alla popolazione. Occorre infatti preparare l’opinione pubblica alla tecnologia.
Nel mese dedicato alla prevenzione dei tumori genetisti ed oncologi dei maggiori istituti italiani, dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), hanno accolto favorevolmente questo nuovo strumento. La sua utilità clinica è stata recentemente dimostrata da uno studio pubblicato sulla rivista peer- reviewd “Cell Death & Disease” da un gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics.