Arriva la Dialisi Polmonare: evita la Respirazione Artificiale
Può fermare la broncopneumapatia cronica ostruttiva, terza causa di morte. Un metodo mini-invasivo che depura il sangue dall’anidride carbonica. Provata su 25 pazienti
![Marco Ranieri Marco Ranieri](https://dbmed.it/wp-content/uploads/2023/01/ranieri-kQlF-U430301005101219S0C-180x140@Corriere-Web-Sezioni.jpg)
Depura il sangue dei malati di broncopneumapatia cronica ostruttiva, malattia che sarà entro il 2015 la terza causa di morte più frequente. Per la prima volta al mondo è stata sperimentata con successo alle Molinette di Torino e al Sant’Orsola di Bologna la dialisi polmonare, un sistema mini-invasivo che riduce la mortalità dal 35% al 7%. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Critical Care Medicine, organo ufficiale della Società americana di Terapia intensiva e Medicina Critica.
Come funziona
La dialisi polmonare è un sistema ideato e prodotto in Italia, che al pari della dialisi renale, permette di rimuovere parte dell’anidride carbonica dal sangue.Presso la Terapia intensiva universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal professor Marco Ranieri, questo sistema mini-invasivo di rimozione dell’anidride carbonica è stato applicato con successo su 25 pazienti con grave riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva. «In questo modo cambia la storia naturale della malattia» commenta Marco Ranieri . I pazienti che soffrono di di broncopneumapatia cronica ostruttiva arrivano in pronto soccorso con grave difficoltà respiratoria e vengono in genere trattati con la maschera colelgata a un ventilatore meccanico che rimuova l’anidride carbonica. Par molti però la mascherina non basta e devono essere intubati. I ricercatori hanno dimostrato come l’applicazione dell’innovativa «dialisi polmonare», abbattendo i livelli di anidride carbonica nel sangue, abbia significativamente ridotto il rischio di intubazione (dal 33% al 12%) e le conseguenze negative che ne derivano, in pazienti con imminente fallimento della ventilazione non-invasiva. La tecnica è allo studio da anni e i dati sono ancora preliminari.